Un battito. Un battito flebile che si ripete. Nella testa. Nella casa. Un lampo. Un lampo flebile che si ripete. Nella testa. Sui vetri della casa. Le pareti vibrano, si schiudono. La porta si apre.
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Entra l’aria fredda. A sorpresa. L’ignoto prima temuto arriva sulla pelle. Un altro battito. Più forte. Entrano ombre blu. SIlenziose. Piove.
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Flebili gocce d’umore. Piove. Il tetto è un cielo buio. Piove sulle guance pallide. Sulle labbra morbide. Pronunciano parole mute. Sempre le stesse.
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Un battito. Un battito più forte. Controtempo. Da fuori o da dentro? Il cielo si ribalta. Rotola nel buio. Spezza il respiro. Poi silenzio. Forse è passato. Respira. Aria immobile, pensieri di cristallo. Ricorda: non può farti male, perciò non farti male. Eppure, nascosto,
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questo battito riemerge. Sempre più forte. Oscuro. Scuro. Curo. Curo me stesso. Cercando qualcosa fuori. Piove. Piccole gocce arrivano al petto. Piano. Piano lo riscopro.
Questo mio piccolo battito.
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