Non so scegliere. Non le cose difficili, no: tutto. Non so scegliere e quindi: non scelgo mail.
“Se non scegli mai, gli altri sceglieranno per te”. Ok. Allora che siano questi altri, che scelgano per me dove buttare ‘sto bicchiere di plastica: non di plastica ma: di plastica compostabile. Che cosa è la plastica, sì, facile, la plastica va: con la plastica, plastica con plastica, ok. Fin lì ci si arriva, a meno che tu non sia il mio titolare, rimasto negli anni ‘90, dove la plastica va con la plastica, sì, ma anche con la carta e con il vetro, forse niente umido perché quello lo porto fuori per i campi a concimare, con il secco, che poi secco vuol dire: TUTTO, il secco è un lasciapassare, passepartout per eccellenza, non c’hai cazzi e butti lì, in unico posto, in cui TUTTO sta bene con TUTTO.
O comunque non ti frega, perché: non c’hai cazzi. E allora la plastica con la plastica, ma la plastica biocompostabile, no, biodegradabile, non so, sono sempre approssimativa, con le cose, con la vita, con quello che si dice: dico spesso cosa, dico spesso bello, dico spesso le parole comuni che vogliono dire tutto. Dico spesso tutto. Dico spesso. Dico spesso sì, e no. Sono generica. E quindi se la plastica, facciamo, è compostabile, decidiamo così, allora: va nell’umido? O è una plastica che, essendo plastica va nella plastica, e si spera che prima o poi si composti prima delle altre plastiche che ci stanno insieme.
E la biodegradabile? Esiste? E biocompostabile? Vedi sopra?
Non lo so, il peso della scelta sbagliata è lì, in quel bicchiere di plastica.
Butto nel secco.
Commenti
Posta un commento