"Cattivo! Cattivo!" se mangiava i sassi. I moscerini, però... in ogni caso non lo avrebbero scoperto: c'era un bello sciame popoloso contro luce, bastava solo aprire la bocca.
Ci provò. Corse e corse nelle nuvole frizzanti di insetti, ma quelli non entravano. Chissà che sapore gli stava sfuggendo. Chissà se era
un sapore più intenso di quello di un sasso ricoperto di terra. Dopo alcuni tentativi qualche moscerino entrò nella bocca, sentì un sapore aspro e acre.
Non era un moscerino, era un frutto, ma ancora acerbo, una mela cotogna forse? Sapeva solo che doveva finire quello che c'era nel piatto, come mamma
comandava. "Cattivo! Cattivo!", se non finiva quello che c'era nel piatto. E allora l'idea: i sassi, i moscerini, il piatto. Quale regola vinceva sull'altra? "Non mangiare i sassi", "Non mangiare i moscerini", Finisci quello che hai
nel piatto". E se non avesse visto quello che avesse messo in bocca? Scoprì l'utile incoscienza. E l'amò. A tentoni, prese un sasso, lo mise in bocca. Scoprì com'è vivere senza guide.
Commenti
Posta un commento