Worldbuilding

 


E se... si manifestasse Gesù Cristo


È arrivato. L’aveva promesso - per alcuni è passato così tanto… ma non sono promesse che si dimenticano. Altri non avevano neanche fatto a tempo ad ambientarsi.

“Fortuna”, direi, ma in realtà non è una dea, lei, o per lo meno questo è quello che ti insegnano qui. E lui, dicono, l’aveva detto in una storiella che alcuni avrebbero lavorato fino a farsi venire i calli sull’anima, mentre altri sarebbero stati assoldati ai minuti di recupero e che tutti (tutte, tuttə) avrebbero ricevuto la medesima ricompensa.

È arrivato “in Gloria”. All’inizio non è che ce ne siamo accorti subito, perché, sì, sai che deve arrivare, ma non è che poi “parato, parato” lo esti sempre. Io certo non stavo lì col lanternino - quell’affare che ti danno in dotazione appena arrivi - perché poi ti danno da fare, non te ne puoi mica stare con l’anima in mano.

Qui si raccolgono preghiere (magari qualcuno non lo sa). All’inizio sei morto di fresco, hai voglia di scoprire e lavori moltissimo. Lavori così tanto che ti dicono che ti devi dare una calmata, perché se no poi si alzano le aspettative sulla produttività di tutti. “Non fare agli altri…”. Ma io non mi calmavo, quindi mi hanno spostato alle preghiere complesse.

Quelle semplici devi solo pescarle: sono lì, piccine e mature, degli alchechengi da raccogliere macchinalmente. I morti di oggi stanno effettivamente trovando modi per farlo in automatico, senza rischiare di rompersi l’anima. Usano delle specie di reti.

A me però mi hanno spostato alle preghiere complesse. Le preghiere nascoste nei desideri, nelle speranze recondite, nei sogni.

Frugare nei sogni è diventata la mia parte preferita: mi manca sognare, e fare qualche viaggetto nei sogni altrui, tenendomi nascosto ovviamente, visitando le zone inesplorate ai confini della mappa, mi piace.

Mi piaceva.

Perché adesso Lui è arrivato. È tornato. Non so, io non c’ero la prima volta, non ero né nato né morto. Forse ero in un sogno. E forse in un sogno ci sono tornato, perché questa sua Gloria, mica me l’aspettavo così.

La Gloria è gialla, decappottabile, con i faretti davanti che si abbassano manualmente, un po’ maliziosi. È targata BR0TH3R.

“Una volta era una famosa auto da corsa”, ha sussurrato Lui passando, facendomi l’occhietto. Sputato, proprio a mia immagine e somiglianza di come farei io.


Commenti