REGALI
Mi avviavo verso casa, il 23 dicembre, con l’idea di regalarti dei regali. Regalandoti un orologio, ad esempio, ti avrei regalato in qualche modo il mio tempo. E se ti avessi regalato una Parker? Le mie parole.E per regalarti un infinito dolore, costante e potenzialmente distruttivo? Ti avrei regalato delle caramelle, le tue preferite: questo era il regalo che volevo regalarti, che tu desideravi ti venisse regalato, in fondo, che regalandoti ti avrebbe ucciso. (POLIPTOTO)
Tu credi, tu che mi guardi, tu credi che sia facile trovare il regalo giusto per te? Tu credi che io possa fare altrimenti? Forse è giusto così, tu forse lo sai, forse è giusto così. (EPANALESSI)
Vorrei regalarti qualcosa di grande, enorme, gigantesco, come l’universo stesso, come un bimbo a braccia aperte che dice: “Tanto così”. (SIMILITUDINE)
Aspettati poco, aspettati nulla, aspettati tanto poco così
Poco, una caramella, tanto, due caramelle
Così, ricevi tre caramelle (ASINDETO)
Non sarà la dimensione del pacco a definire la sorpresa, sarà il valore di quello che porta con sé a renderlo speciale. (ALLEGORIA)
Accontentati, bastateli, bramali, aspettali senza aspettarteli, regali non ancora regalati, non donati, non scelti, non trovati. (ASINDETO)
E se io, infine, ti regalassi per davvero quel regalo che, segretamente, solo in regalo desideri ricevere, non sarebbe finalmente più segreto quanto io, proprio quel regalo, desideri regalarti. (POLIPTOTO)
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