Figure retoriche: Rossore


 


RAPSODIA AL ROSSORE

Rosso il cosmo all'aurora
Quando il sole cala
Rosso lo zigomo per Aurora,
Quando lei entra in sala

Ma siede, ma sedia, ma vicino, ma a me?
Quindi sole, quindi cosmo, quindi rosso,
Quindi Aurora: “com'è?”

Arrossisco all'aurora del suo sorriso
Avvolto in un ansia acuta
Che non riesco ad arginare
È come un mare, e come fare a respirare?

“Ehi!” Mi dice, ma io annaspo, affoga, annego,
E un po’ mi nego d'imbarazzo

“Ohi!” grugnisco alla fine, senza alzare troppo lo sguardo.
Non sono un grande oratore.

“Tutto bene?” mi chiede, e il fatto che mi rivolga la parola mi fa salire il batticuore,
Mi mette addosso una certa tensione, sento che quasi sto per vomitare…
Allora le rispondo: “Mmh dai, più o meno, solo ho un po’ male…”
“Dove?”
Dove, mi chiedi Aurora. Ho male all'immaginazione, all'idea, al fatto che non ti posso abbracciare.
“Alla testa… credo, ma leggero leggero”

Amavo un'idea, non amavo l'ideatore.
È buia, non più rossa, non c'è più amore né imbarazzo.
Amai l'amore, non diventai amante.


Commenti